Il bacio (G. Klimt 1907) |
Poi, però, ebbe dei rimorsi di coscienza. Gli parve di
aver preso senza ricambiare. “Ma cosa faccio?” pensò, e non riusciva a
decidersi e così passarono i mesi e gli anni. La cosa però non gli dava più
pace e così un giorno si disse: “Devo tornare dal fiore di ciliegio e
ringraziarlo di cuore!”. Si mise in volo, trovò il punto esatto dove si trovava
il fiore ma non lo trovò più, al suo posto c’era adesso un frutto maturo color
porpora.
Allora il bombo si rattristò: “Non potrò più
ringraziare il fiore di ciliegio, mi sono lasciato sfuggire una buona
occasione, ma questo mi servirà di insegnamento!”
…Mentre stava ancora riflettendo un dolce profumo
entrò nelle sue narici, era una corolla rosa che lo richiamò e lui andò verso
di lei, buttandosi a capofitto in una nuova avventura.”
Questa piccola
storia raccontata da Hellinger in “Ordini dell’amore” è una metafora che fa
riflettere su un tema a lui molto caro, quello dell’interscambio all’interno
delle relazioni e del delicato equilibrio tra il dare ed il prendere, nonché
sull’importanza della compensazione e della gratitudine.
Tali concetti li
trovo sempre molto utili nella mia stanza di terapia, dove spesso mi confronto
con storie individuali, di coppia e
familiari caratterizzate proprio da uno squilibrio in quest’interscambio. Oggi
più che mai, infatti, sento parlare di relazioni tossiche, disfunzionali o di
dipendenza; relazioni, che si contraddistinguono per un difetto o un eccesso
nella dinamica tra il dare ed il ricevere.
Parlando della
coppia, ad esempio, Hellinger spiega che se
un partner dà qualcosa all’altro, chi riceve sente una sorta di debito o di
pressione finché anche lui non ricambia e restituisce qualcosa. E, quando
questo accade, avviene un reale scambio che rafforza il legame e fa crescere la
loro felicità. Tuttavia, se l’altro
restituisce sempre solo quanto ha ricevuto, niente di più o niente di meno, si
riduce la pressione a ricambiare di entrambi e la relazione resta ferma. Quando
invece un partner dà sempre di meno rispetto a quanto riceve il rapporto è a
rischio.
Questo è un
meccanismo di compensazione che regola l’interscambio delle relazioni e
funziona non solo nel bene ma anche nel male. Se un partner fa del male
all’altro, infatti, quest’ultimo può anche sentire l’esigenza di vendicarsi,
innescando così un’escalation di male, con l’aumento della sofferenza e
dell’infelicità di entrambi.
Secondo Hellinger
infatti: “Quando in una relazione, uno
dà sempre più dell’altro o uno prende sempre più dell’altro, le cose possono
non funzionare bene”.
…Se questi
meccanismi di interscambio aiutano il terapeuta a comprendere meglio il
funzionamento di determinate relazioni e a suggerire in quale direzione bisogna
cercare un cambiamento, è anche vero che le cose possono essere più complesse
di come si mostrano ad una prima impressione iniziale. Andando a scavare,
infatti, talvolta emerge che chi riceve
e non dà o dà poco, non sempre è in una posizione di pretesa o di potere perché
anche il prendere può celare in fondo un atteggiamento umile. Ricevere
significa, infatti, aprirsi all’altro, dargli spazio mettendo da parte se
stessi.
Allo stesso modo è vero che una relazione si mette a
rischio quando qualcuno si ostina a dare all’altro qualcosa che lui non vuole o
che sa non potrà ritornargli mai indietro: “Se lo sommergi, senza che lui lo
voglia, se ne andrà”.
Talvolta, come nel
caso del nostro bombo, la gratitudine e l’apprezzamento verso chi ha dato non
sono immediati ma arrivano solo molto dopo, quando il cuore di chi ha ricevuto
sarà aperto e ben disposto.
D’altra parte, chi ha dato senza essere stato ricambiato,
potrebbe invece pretendere di riscuotere in altre relazioni quel debito che
negli anni potrebbe essersi ingigantito, fino ad assumere le caratteristiche di
un’opprimente zavorra.
La pretesa di una riscossione può ripresentarsi, infatti, in un ciclo di
continui interscambi tra l’io e l’altro o tra l’io e la vita più in generale,
travalicando relazioni, contesti e generazioni, arrivando persino a
caratterizzare la personalità di un individuo fino a insidiare il suo benessere
psicologico.
Un ultimo pensiero
poi è rivolto alla gratitudine, sentimento fondamentale in questo complesso
processo, perché consente di riconoscere come un dono tutto ciò che di buono
arriva dall’altro, seppur con i suoi limiti.
Essere grati significa anche non pretendere di più
rispetto a ciò che l’altro può donare, riconoscendo in questo la sua unicità e diversità da sè; può voler dire perdonarsi quando le aspettative reciproche vengono
disilluse, concedendosi la possibilità di un nuovo inizio.
Dott.ssa Stefania Attanasi
Bibliografia
-B. Hellinger "Gli ordini dell'amore". Feltrinelli, Milano, 2014