martedì 17 settembre 2019

Nella Moltitudine - Wislawa Szymborska

Wislawa Szymborka, poetessa e saggista polacca,
Nobel per la letteratura 1996.
In un momento storico  in cui si rischia di guardare alle differenze di genere, sociali, culturali, etniche, ecc.  solo come origine di problemi, "Nella moltitudine" è una poesia che esalta la bellezza e l'unicità di ogni essere vivente.

 ...Quando pensiamo di essere sbagliati, di essere nati in una famiglia sbagliata o in un paese sbagliato, se crediamo di avere un lavoro sbagliato,  oppure attribuiamo tutti questi sbagli agli altri, Wislawa ci ricorda che ognuno di noi poteva nascere in altre infinite forme, anche peggiori di queste e quindi di essere sempre grati alla vita.

 ...Nessuno sceglie cosa nascere, con chi, dove, quando, come. Ognuno di noi è parte di un Tutto più ampio che si differenzia sempre in ogni sua minima manifestazione. Quando si nega il proprio o altrui diritto ad essere unici e diversi e sentirsi parte di questo bellissimo disegno a mille colori si scivola sempre in giochi di potere e forme violente di relazione.


...Buona lettura!

                                                                             
 "Sono quella che sono.  

Un caso inconcepibile

come ogni caso.

    In fondo avrei potuto avere

altri antenati,

e così avrei preso il volo

da un altro nido,

così da sotto un altro tronco

sarei strisciata fuori in squame.

Nel guardaroba della natura

c'è un mucchio di costumi: di

ragno, gabbiano, topo campagnolo.

Ognuno calza subito a pennello

e docilmente è indossato

finché non si consuma.

Anch'io non ho scelto,

ma non mi lamento.

Potevo essere qualcuno

molto meno a parte.

Qualcuno d'un formicaio, banco, sciame ronzante,

una scheggia di paesaggio sbattuta dal vento.

Qualcuno molto meno fortunato,

allevato per farne pelliccia,

per il pranzo della festa,

qualcosa che nuota sotto un vetrino.

Un albero conficcato nella terra,

a cui si avvicina un incendio.

Un filo d'erba calpestato

dal corso di incomprensibili eventi.

Uno nato sotto una cattiva stella,

buona per altri.

E se nella gente destassi spavento,

o solo avversione,

o solo pietà?

Se al mondo fossi venuta

nella tribù sbagliata

e avessi tutte le strade precluse?

La sorte, finora,

mi è stata benigna.

Poteva non essermi dato

il ricordo dei momenti lieti.

Poteva essermi tolta

l'inclinazione a confrontare.

Potevo essere me stessa - ma senza stupore,

e ciò vorrebbe dire

qualcuno di totalmente diverso. "




                                                                                                               
                                                                                                                     Dott.ssa Stefania Attanasi

sabato 18 maggio 2019

IL DARE ED IL RICEVERE NELL’INTERSCAMBIO DI COPPIA: DEBITO, COMPENSAZIONE E GRATITUDINE


Il bacio (G. Klimt 1907)
“…Un bombo volò su un fiore di ciliegio, ne succhiò il nettare e quando fu sazio e soddisfatto se ne volò via.
Poi, però, ebbe dei rimorsi di coscienza. Gli parve di aver preso senza ricambiare. “Ma cosa faccio?” pensò, e non riusciva a decidersi e così passarono i mesi e gli anni. La cosa però non gli dava più pace e così un giorno si disse: “Devo tornare dal fiore di ciliegio e ringraziarlo di cuore!”. Si mise in volo, trovò il punto esatto dove si trovava il fiore ma non lo trovò più, al suo posto c’era adesso un frutto maturo color porpora.
Allora il bombo si rattristò: “Non potrò più ringraziare il fiore di ciliegio, mi sono lasciato sfuggire una buona occasione, ma questo mi servirà di insegnamento!”
…Mentre stava ancora riflettendo un dolce profumo entrò nelle sue narici, era una corolla rosa che lo richiamò e lui andò verso di lei, buttandosi a capofitto in una nuova avventura.”

Questa piccola storia raccontata da Hellinger in “Ordini dell’amore è una metafora che fa riflettere su un tema a lui molto caro, quello dell’interscambio all’interno delle relazioni e del delicato equilibrio tra il dare ed il prendere, nonché sull’importanza della compensazione e della gratitudine.

Tali concetti li trovo sempre molto utili nella mia stanza di terapia, dove spesso mi confronto con storie individuali, di coppia e familiari caratterizzate proprio da uno squilibrio in quest’interscambio. Oggi più che mai, infatti, sento parlare di relazioni tossiche, disfunzionali o di dipendenza; relazioni, che si contraddistinguono per un difetto o un eccesso nella dinamica tra il dare ed il ricevere.

Parlando della coppia, ad esempio, Hellinger spiega che se un partner dà qualcosa all’altro, chi riceve sente una sorta di debito o di pressione finché anche lui non ricambia e restituisce qualcosa. E, quando questo accade, avviene un reale scambio che rafforza il legame e fa crescere la loro felicità. Tuttavia, se l’altro restituisce sempre solo quanto ha ricevuto, niente di più o niente di meno, si riduce la pressione a ricambiare di entrambi e la relazione resta ferma. Quando invece un partner dà sempre di meno rispetto a quanto riceve il rapporto è a rischio.

Questo è un meccanismo di compensazione che regola l’interscambio delle relazioni e funziona non solo nel bene ma anche nel male. Se un partner fa del male all’altro, infatti, quest’ultimo può anche sentire l’esigenza di vendicarsi, innescando così un’escalation di male, con l’aumento della sofferenza e dell’infelicità di entrambi.
Secondo Hellinger infatti: “Quando in una relazione, uno dà sempre più dell’altro o uno prende sempre più dell’altro, le cose possono non funzionare bene”.

…Se questi meccanismi di interscambio aiutano il terapeuta a comprendere meglio il funzionamento di determinate relazioni e a suggerire in quale direzione bisogna cercare un cambiamento, è anche vero che le cose possono essere più complesse di come si mostrano ad una prima impressione iniziale. Andando a scavare, infatti, talvolta emerge che chi riceve e non dà o dà poco, non sempre è in una posizione di pretesa o di potere perché anche il prendere può celare in fondo un atteggiamento umile. Ricevere significa, infatti, aprirsi all’altro, dargli spazio mettendo da parte se stessi.
Allo stesso modo è vero che una relazione si mette a rischio quando qualcuno si ostina a dare all’altro qualcosa che lui non vuole o che sa non potrà ritornargli mai indietro: “Se lo sommergi, senza che lui lo voglia, se ne andrà”.

Talvolta, come nel caso del nostro bombo, la gratitudine e l’apprezzamento verso chi ha dato non sono immediati ma arrivano solo molto dopo, quando il cuore di chi ha ricevuto sarà aperto e ben disposto.
D’altra parte, chi ha dato senza essere stato ricambiato, potrebbe invece pretendere di riscuotere in altre relazioni quel debito che negli anni potrebbe essersi ingigantito, fino ad assumere le caratteristiche di un’opprimente zavorra. La pretesa di una riscossione può ripresentarsi, infatti, in un ciclo di continui interscambi tra l’io e l’altro o tra l’io e la vita più in generale, travalicando relazioni, contesti e generazioni, arrivando persino a caratterizzare la personalità di un individuo fino a insidiare il suo benessere psicologico.

Un ultimo pensiero poi è rivolto alla gratitudine, sentimento fondamentale in questo complesso processo, perché consente di riconoscere come un dono tutto ciò che di buono arriva dall’altro, seppur con i suoi limiti. 
Essere grati significa anche non pretendere di più rispetto a ciò che l’altro può donare, riconoscendo in questo la sua unicità e diversità da sè; può voler dire perdonarsi quando le aspettative reciproche vengono disilluse, concedendosi la possibilità di un nuovo inizio.

                                                                                                                  
                                                                                                                  
                                                                                                        Dott.ssa Stefania Attanasi


Bibliografia

-B. Hellinger "Gli ordini dell'amore". Feltrinelli, Milano, 2014