venerdì 22 settembre 2017

L'IMPORTANZA DELL'AUTENTICITA' NELLA RELAZIONE CON SE STESSI E CON GLI ALTRI

La ragazza davanti allo specchio
(Picasso 1932)
Nella stanza di terapia capita spesso di confrontarsi con le problematiche più disparate e con le relative domande di aiuto degli utenti. Reticente nel fornire risposte immediate, però, il tentativo è creare le condizioni perché si determini in primo luogo una connessione della persona con se stessa, con i suoi pensieri più profondi e le emozioni più autentiche, per poi comprendere il perché di quella richiesta di aiuto connettendola alla sua storia più ampia. 
“..Il mio compagno mi trascura ma ho paura che esprimendo la mia sofferenza risulti più pesante e lo perda del tutto”; 
“...Il capo mi sovraccarica di lavoro e stress, sono arrabbiato e ansioso ma non dico niente perché temo il licenziamento”. 
Aldilà delle situazioni particolari che meritano ovviamente un’attenzione ogni volta specifica, il semplice ma potente concetto di autenticità resta per me un filo conduttore molto importante che mi piace seguire, un faro che sempre illumina e ogni volta ritrovo in tutti i percorsi che intraprendo. 
La parola “autenticità” deriva dal latino “authentĭcus” e significa "autore, che opera da sé": in senso lato dunque si riferisce “all’avere autorità, potere su se stessi". In senso più pregnante, invece, fa riferimento alla vera interiorità, a qualcosa di spontaneo e genuino, al di là di quello che si vuole apparire o si crede di essere. 

Essere autentici, infatti, significa essere profondamente se stessi, tenendo conto di tutte le parti di sé, anche quelle ritenute più scomode e meno desiderabili (come la parte rabbiosa, bisognosa, fragile, ansiosa, ecc.), e del loro diritto di esprimersi, seppur ovviamente in maniera modulata, combinandosi con le parti più desiderabili.
Così la ragazza trascurata, che non esprime al compagno la propria frustrazione per paura di essere abbandonata del tutto, resterà impigliata in una condizione di sofferenza, senza darsi alcuna possibilità di cambiamento. Allo stesso modo, l’uomo oberato di lavoro, se non cercherà di comunicare al suo capo lo stress in cui versa per timore di essere licenziato, sentirà un senso di oppressione sempre crescente fino a scoppiare del tutto.

Essere autentici e onesti con se stessi, tenendo conto e negoziando tra le varie parti di sé, fa stare meglio e costituisce la premessa per essere autentici e onesti anche con gli altri, creando le condizioni perché le cose tra persone possano funzionare bene, le criticità risolversi e le possibilità di cambiamento aumentare.
Viene ovviamente spontaneo chiedersi se sia sempre possibile esprimere all’ altro ciò che si pensa e si sente, anche se questo può metterci in una posizione down, di fragilità o rischiosa. Ma penso in generale che essere autentici sia sempre preferibile, soprattutto se questo avviene tenendo conto dell’altro, del rispetto dovuto alla sua identità e diversità, sempre con atteggiamento attento e gentile, prendendosi cura del modo in cui le cose vengono espresse. In altre parole, così come si dovrebbe cercare una negoziazione, una mediazione tra parti di sé, bisognerebbe anche imparare a negoziare con l’altro, cercando sempre l’incontro o il cambiamento possibile.

Così la ragazza cercherà di esprimere al fidanzato non solo il suo sentirsi trascurata ma anche la sua paura di perderlo ed il lavoratore espliciterà al capo sia il suo stress sia quanto tenga al proprio lavoro.
Talvolta, l’autenticità nelle relazioni può non bastare per andare nella direzione del cambiamento desiderato e anche l’onestà può in certi contesti non essere sempre apprezzata. Esiste infatti il reale rischio che la ragazza venga lasciata dal compagno o l’uomo licenziato dal capo. 
Ad un altro livello, più profondo però, perseguire l’autenticità ossia esprimere e fare ciò che si sente, significa star bene con stessi, lontano dai sintomi e far del proprio meglio all’interno delle relazioni e dei contesti che si abitano.
Significa essere attori protagonisti nella propria vita, in qualunque modo imprevedibile ed incontrollabile poi si mettano le cose.

                                                                                                     
                                                                                                              Dott.ssa Stefania Attanasi