sabato 10 marzo 2018

LA PRIMAVERA ARRIVA SEMPRE: COSÌ ANCHE L’ANIMA RINASCE DOPO UN FREDDO INVERNO


Effetto della primavera, Giverny (Monet 1890)

Piace sempre a tutti la primavera come metafora di vita, rinascita, rifioritura dopo l’inverno e si è soliti anche rintracciare le evidenti somiglianze e connessioni tra i processi ciclici della natura e quelli psichici dell’uomo. Da qui la bellezza, quando accade, del sentirsi in sintonia con la natura intorno, o al contrario, il malessere avvertito quando c’è dissonanza tra queste parti, interno ed esterno. Così sostiene Kammerer, grande biologo austriaco amante della natura e dell’evoluzione dell’intelligenza, nonché delle loro interconnessioni: “Onnipresente e continua nella vita, nella natura e nel cosmo, è il cordone ombelicale che connette pensieri, sensazioni, scienza ed arte al grembo dell’universo che li ha partoriti.” 

...E la Primavera è forse il momento più sacro e tenero del ciclo delle stagioni, tempo in cui tutto si ri-crea spontaneamente, ri-comincia, ri-splende. In questa sua spregiudicata bellezza appare in contrasto e separata dalla stagione precedente, l’inverno, tempo in cui la natura si mostra invece silente, fredda, cupa, quasi morta. Eppure anche l’inverno è necessario. Con l’inverno la primavera è strettamente connessa, conseguente, integrata. Non potrebbero esistere l’uno senza l’altra, insieme coesistono e danzano in un ritmo perfetto.
Soprattutto giardinieri e agricoltori sanno bene quanto sia fondamentale la stagione fredda per una pianta o un albero, quanto sia utile per il riposo e l’accumulo di quelle energie che esploderanno poi nella stagione più calda. 

…Tutto questo mi ricorda le parole di Bateson in “Verso un’ecologia della mente” quando sostiene che qualunque parte della Creatura (del mondo dei processi mentali) lasciandola stare al suo ciclo naturale, tende a guarire lentamente da sola, a stabilizzarsi verso una coerenza di idee e processi. Ogni tanto, infatti, tutti gli organismi viventi tendono ad ammalarsi in modo più o meno grave, tempo in cui, come la natura in inverno, questi possono apparire silenti, cupi, freddi, quasi morti. Eppure per un essere vivente anche il tempo della malattia può essere necessario. Se questa non è troppo grave da essere irrimediabile, può essere un tempo utile per fermarsi e ritrovarsi, magari per accedere a nuove idee e consapevolezze su di sé e fare spazio per costruire i presupposti per un cambiamento che è alle porte. Sono momenti in cui si costruiscono le basi per altri equilibri più funzionali, si accumulano quelle energie che esploderanno in un altro momento. 
I sintomi psicologici svolgono, infatti, specifiche funzioni nella vita affettiva e relazionale di ognuno, funzioni che sembrano spesso invisibili e incomprensibili ma che potrebbero rivelarsi o essere comprese successivamente, in un altro momento, in un altro tempo. Aspettare con fiducia che la sofferenza passi o si riduca potrebbe essere l’atteggiamento giusto per affrontare fasi di vita più buie e critiche, accettando ed abbandonandosi anche alle emozioni negative quando emergono ma anche assumendosi la responsabilità di fare del proprio meglio per migliorare il proprio stato, chiedendo un aiuto laddove necessario.
Aspettare fiduciosi che l'inverno passi ma anche agire con coraggio, muovendosi verso il nuovo, verso la primavera che verrà. 

….E così quel dolore alla fine si trasforma in qualcos’altro, svelando col tempo il suo senso ultimo: cosa mi ha permesso questa fase buia? Come mi ha cambiato? Chi sono diventato? Sullo sfondo di tutto c’è sempre il tempo, che sottopone e scandisce il corso degli eventi con la sua inesorabile ciclicità: c’è il tempo sofferto della malattia, il tempo cercato della cura, il tempo sperato della guarigione.
La più grande e celata bellezza dell’inverno, infatti, sta proprio in questo: nella promessa che mantiene sempre e nella speranza che, nonostante tutto, la primavera arriverà.

…E niente soddisfa un giardiniere per tutto l’anno quanto la bellezza di quello specifico momento di passaggio dall’inverno alla primavera, nemmeno la fioritura più stabile e certa dell’estate più avanti. Quel tempo di ri-nascita atteso e sperato a cui a volte ha creduto e altre no. Ma che poi puntualmente arriva, con minute e fragili foglie che prendono lentamente spazio sui rami scuri o piccoli germogli che spuntano dal terreno ancora vacuo. 
L’inverno ogni volta mantiene la sua promessa: la primavera arriva sempre.

                                                                                                                    
                                                                                     Dott.ssa Stefania Attanasi